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I benefici del bridge in medicina

Il bridge nella letteratura medica e i suoi benefici dimostrati

Il bridge, definito dal CIO “sport della mente”, è attività spiccatamente educativa alla relazione ed allo spirito di squadra, alla socializzazione, allo sviluppo ed al mantenimento di abilità cognitive, al miglioramento delle capacità matematiche e statistiche. Il gioco stimola l’immunità ed è protettivo nei confronti del deterioramento senile

La letteratura medica ha dimostrato i significativi benefici della pratica del bridge nel miglioramento della working memory and reasoning, nel ridurre del 74% il rischio di demenza senile, nello stimolare il timo alla produzione di leucociti, aumentando le capacità immunitarie. Il bridge è stato testato ed utilizzato nei programmi di stimolazione cognitiva.

Nei Paesi anglosassoni, tra l’altro, l’insegnamento è sviluppato in alcuni contesti rieducativi (carceri) e la conoscenza delle basi è applicata nell’attività lavorativa di molti operatori sociali (recreational therapy).

I benefici del bridge si riferiscono sia al miglioramento del sistema immunitario che ai sistemi preposti al benessere psichico. Quest’ultimo, a propria volta, è determinante nell’efficacia della risposta immunitaria.

Le pubblicazioni sono moltissime, ecco alcune tra le più significative:

• Nel 2003 uno studio pubblicato da Verghese in the New England Journal of Medicine, ha studiato 469 senior per un periodo di tempo di 5 anni. I giocatori di bridge mostravano il più ridotto rischio di demenza dopo il ballo. Infatti i giocatori avevano un rischio inferiore del 74%, quelli che suonavano uno strumento avevano un rischio inferiore del 69%. Fare le parole crociate riduceva il rischio del 38%. Le attività puramente fisiche non sono riuscite a ridurre il rischio, ad eccezione della danza, che ha ridotto il rischio di un drammatico 76%.
• In uno studio su Gerontology “The Game of Bridge as an Exercise in Working Memory and Reasoning, Louise Clarkson Smith and Alan A. Hartley. Journal of Gerontology – Vol 45, Issue 6, pp 233-238” cinquanta giocatori di bridge e 50 non giocatori, di età compresa tra 55 e 91, sono stati sottoposti a test di memoria di lavoro, ragionamento, tempo di reazione e vocabolario. I risultati hanno indicato che i giocatori hanno superato i non giocatori nelle misure della memoria di lavoro e del ragionamento, ma non nel vocabolario e nel tempo di reazione. I risultati erano coerenti con l'ipotesi che il bridge, che fornisce un'esperienza specifica nella memoria di lavoro e nel ragionamento, dovrebbe migliorare le prestazioni nelle attività che sfruttano queste abilità e non migliorare le prestazioni nelle abilità non correlate.
• Nel 2001 su Cognitive Brain Reseach è stato pubblicato “Mental stimulation increases circulating CD4-positive T lymphocytes: a preliminary study MarianCDiamondaJeanneWeidneraPeterSchowb1StanleyGrellbMarianEveret”. Il lavoro dimostra il miglioramento del sistema immunitario.
• L’università di Berckley ha prodotto molte pubblicazioni in merito a “Playing bridge stimulates the thymus gland”. Diamond riferisce che, presi insieme ad altri studi, nuove ricerche indicano che un'area del cervello coinvolta nel gioco del bridge - una parte del lobo frontale - stimola il sistema immunitario, e in particolare la ghiandola del timo, che produce le cellule T


 
 
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